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di Marco Esposito

#7

Figlia dell'Universo - Parte 2

Campi vicino New Orleans, ad un miglio dalla città.

Nel buio  assoluto apparve improvvisamente una scintilla di energia rossastra. Dapprima piccola, poi sempre più grande, l’energia crebbe e ruotò su sé stessa, irradiando lo spazio circostante di diverse sfumature di colori caldi, fino a quando assunse la dimensione di un grande cerchio galleggiante.

Dal portale, con espressione calma e decisa, uscì Carol Danvers, i capelli scossi dall’energia generata dal tunnel dimensionale. Dietro di lei apparvero subito il Cavaliere Nero, la giovane eroina nota come Smasher, l’essere extra-dimensionale Hyperion e il giovane australiano Eden Fesi, il quale, una volta che il team ebbe attraversato il portale, mosse le mani con fare sapiente e pochi attimi dopo il portale luminoso collassò su sé stesso.

“Mi viene da vomitare” mormorò Izzy Dane reggendosi lo stomaco, improvvisamente travolta da un senso di nausea.

“Il teletrasporto fa spesso questo effetto” commentò Manifold con fare di scusa. “La prossima volta proverò a rendere gli sbalzi di energia extra-dimensionale meno violenti”.

“Grazie” rispose Izzy trattenendo a stento un conato di vomito.

“Oh, ci farai l’abitudine, Smasher” disse la Danvers. “Ora vediamo di trovare il nuovo ospite della Forza Enigma prima che combini dei guai”.

“Dovremo esplorare tutta la città” commentò il Cavaliere Nero mentre attorno al suo corpo si andava manifestando magicamente la sua armatura d’ebano, che andò velocemente a coprire i suoi abiti civili.

“Posso muovermi a velocità ipersonica, anche se non sono esposto direttamente alla luce del sole” replicò Hyperion indicando il cielo pieno di stelle. “Posso perlustrare la zona e…”.

“Non servirà” disse Smasher mentre si concentrava e metteva la propria mente in comunicazione con la psiche aliena dei suoi occhiali rossi. “Occhiali: sincronizzatevi sulla traccia energetica della Forza Enigma”.

Affermativo, le bisbigliarono gli occhiali nella mente mentre la sua vista veniva ricalibrata dagli strumenti, facendo oscillare davanti ai suoi occhi decine di immagini e lampi di colori differenti, fino a quando una traccia di energia blu si stabilizzò davanti a lei, e puntini dello stesso colore presero a lampeggiare nella città vicina di New Orleans.

“Si trova al centro della città” spiegò Izzy. “C’è una concentrazione di energia nei pressi dell’ospedale, sta creando una singolarità attorno all’edificio”.

“Non posso teleportarci, allora” disse Manifold. “La singolarità potrebbe far collassare il portale prima che riusciamo ad uscire”.

“Sarebbe grave?” chiese Dane.

“Dipende se consideri grave morire” rispose Eden con un mezzo sorriso.

“Non importa” disse Carol. “Voleremo fino a lì”. Mentre pronunciava le ultime parole i suoi piedi si staccarono da terra e lei iniziò a galleggiare fino al Cavaliere Nero, che le cinse il fianco con una mano, pronto ad essere trasportato da sua moglie.

“Hyperion, prendi Izzy ed Eden” ordinò Carol e l’uomo annuì, avvicinandosi ai due, prima che Izzy lo interrompesse dicendo:

“Faccio da sola… Occhiali: upgradate la funzione di volo”. I suoi occhiali brillarono e pochi attimi dopo la ragazza iniziò a levitare, pronta a partire.

Volo attivato, utilizzo prolungato potrebbe nuocere all’organismo ospite.

“Sei piena di sorprese, Izzy” commentò Carol, ignara di ciò che gli occhiali avevano appena sussurrato a Smasher,  mentre il gruppo si sollevava in volo ed iniziava ad avvicinarsi alla città, coprendo in pochi attimi la distanza che li separava dal centro di New Orleans.

“Percepisco anche io la distorsione, ora” disse Manifold. “Lo spazio si sta piegando su sé stesso”.

“Viene dall’ospedale” ripeté Smasher indicando l’edificio in lontananza che, grazie agli occhiali, poteva vedere completamente avvolto da scie di energia celeste. “L’energia è fuori scala, l’ospite deve trovarsi lì dentro”.

“Aspettate qui” disse improvvisamente Carol mentre galleggiava fino ad un tetto lì vicino e vi atterrava sopra, depositando Dane.

“Cosa?!” esclamò lui mentre Smasher e Hyperion atterravano accanto a loro.

“Io e Hyperion siamo quasi invulnerabili” spiegò Ms.Marvel. “Mentre voi potete essere colpiti dall’energia che avvolge l’edificio… rimanete qui mentre noi due tentiamo di prendere l’ospite”.

“Ma…” provò a dire il Cavaliere ma sua moglie lo zittì con un gesto.

“Sono io a capo della squadra, Dane, quindi esegui i miei ordini” gli intimò e poi, senza attendere risposta, volò via dal tetto.

“Vi terremo aggiornati” disse Hyperion con fare rassicurante mentre anche lui si alzava in volo.

“Dannata testarda” commentò il Cavaliere, irritato. “Si faranno uccidere”.

“Sua moglie può squarciare barre d’acciaio a mani nude” intervenne Manifold. “Non credo sia facile ucciderla”.

“E Hyperion non è da meno” aggiunse Izzy. “Ma non penso sia la loro sopravvivenza che la preoccupa, vero?”.

“Che intendi dire?” chiese Dane guardandola di sbieco.

“Che non dev’essere facile prendere ordini dalla propria moglie” rispose Smasher ridacchiando, poco prima che i dati sui propri occhiali cambiassero radicalmente, raggiungendo picchi che non si sarebbe mai aspettata di vedere. “Oh… mi scusi Cavaliere, forse aveva ragione”.

*

Ms.Marvel e Hyperion stavano volando attorno all’Ospedale, troppo in alto perché qualcuno potesse vederli, con il vento che faceva oscillare i loro capelli.

Carol riusciva a sentire la Forza Enigma che scorreva attorno all’edificio. In qualche modo il suo corpo agiva come una spugna, assorbendo energia e metabolizzandola, ma quella strana Forza sembrava in grado di opporsi al suo controllo, riusciva a sfuggire alla sua abilità di assorbimento.

“Non riesco ad assorbire la Forza Enigma” disse ad Hyperion.

“Neanche io… il mio potere di assorbimento funziona solo su energie che rientrano nello spettro elettromagnetico… luce, ultravioletti, infrarossi” spiegò l’uomo. “Nulla come la Forza Enigma”.

“Riesci a vedere l’ospite?” chiese Carol.

“Posso provare” rispose lui mentre si concentrava e spingeva la sua vista al di là delle pareti dell’ospedale, scorgendovi attraverso come se non esistessero. Sondò l’edificio velocemente, alterando la propria vista e i propri occhi fino a quando riuscì ad individuare una concentrazione di energia. “Trovata, è una donna in coma… la Forza si sta raccogliendo attorno a lei, è lei il nuovo ospite”.

“Bene, preleviamola prima che…”.

BOOM!

Le parole di Carol furono oscurate dall’esplosione. Un’enorme scia di energia multicolore travolse l’ospedale, avvolgendolo in un bozzolo per qualche attimo prima di scoppiare, carbonizzandolo in qualche attimo come se fosse stato di carta. L’onda d’urto generata dallo scoppio si propagò velocemente, cozzando contro i corpi di Miss Marvel e di Hyperion, che furono scaraventati via e mandati a sbattere contro l’edificio più vicino, che crollò sopra di loro travolto dalla forza del colpo.

Tossendo, sia Carol che Hyperion riuscirono a mettersi in piedi, scrollandosi di dosso le macerie del palazzo appena crollato come se fossero granelli di polvere. Carol non ricordava di essere mai stata colpita con una forza del genere.

La Danvers riuscì a stento ad alzarsi in piedi e a sollevare il capo verso il punto da cui era provenuta l’esplosione, ma quando lo fece sbarrò gli occhi orripilata. L’ospedale era sparito, al suo posto c’era solo una densa nube di polvere nera che si sollevava verso il cielo, composta dai detriti del palazzo e dalle ceneri dei corpi carbonizzati che si trovavano al suo interno, cancellati dall’esplosione di pochi attimi prima.

Al centro della nube, magnifica e avvolta da un’aura di energia potentissima, si ergeva la nuova ospite della Forza Enigma. Tamara Devoux, rimasta in coma fino a qualche minuto prima, ora si era risvegliata ed era divenuta un tutt’uno con il Cosmo, era divenuta la Figlia dell’Universo.

“Hyperion… Hyperion!” balbettò Carol indicando la donna. “Spara! Spara!”.

*

“Cos’era quel lampo di luce?!” chiese il Cavaliere Nero osservando l’esplosione luminosa in lontananza.

“Era la Forza Enigma” disse Smasher. “Ha preso l’ospite, siamo arrivati tardi”.

Dane non perse tempo e si voltò verso Manifold urlando: “Teleportaci lì!”.

“Ma la singolarità spaziale potrebbe…” fece per ribattere lui, ma Dane lo interruppe.

“Non mi interessa, teleportaci ora o giuro…!” gridò con il cuore che batteva a mille, mentre le ansie per ciò che poteva essere accaduto a sua moglie lo travolgevano come un colpo d’arma da fuoco.

“Ma…”

“Portaci lì, l’energia si è dispersa” disse Smasher con calma ed Eden annuì.

Il ragazzo sollevò entrambe le braccia in aria e poi le mosse in un movimento circolare, disegnando un cerchio di energia nell’aria con i propri poteri che presto assunse la forma di un portale.

“Presto!” disse Dane mentre insieme agli altri correva dentro il portale di teletrasporto.

Come era accaduto poco prima, gli sembrò di venire trascinato con una forza bruta all’interno del disco di teletrasporto, ed al suo interno percepì i propri organi venire disintegrati, le proprie cellule disgregate in miliardi di atomi, mentre scorgeva sotto i suoi occhi centinaia di altri mondi e dimensioni, possibili direzioni del tunnel di teletrasporto. Vide Manifold continuare a gesticolare con calma mentre, in una danza che pareva durare ore, creava uno sbocco per il portale, trovando il punto adatto in cui farlo manifestare.

Dopo quelle che sembrarono ore, ma che nella realtà non erano che pochi secondi, il gruppo riemerse dal tunnel in un’esplosione di luci, trovandosi dinanzi ciò che sembrava il risultato di una catastrofe atomica: palazzi crollati, nubi di fumo, macerie e grida di dolore circondavano lo spazio immediatamente circostante l’ospedale, che sembrava esser stato ridotto in fumo.

“Carol!” esclamò Dane lanciandosi di corsa verso sua moglie, che, avvolta dalle macerie, era riuscita a rimettersi finalmente in piedi e si teneva con una mano il fianco dolorante.

“Stai indietro!” gli gridò lei mentre con un dito indicava la figura di Hyperion, che aveva appena spiccato il volo.

L’uomo aveva gli occhi avvolti da scie di energia rossastra ed era diretto a tutta velocità verso la donna che la Forza Enigma aveva appena scelto come nuovo ospite,  il cui corpo era avvolto da una pellicola di un materiale che sembrava composto di stelle.

Quando si trovò abbastanza vicino, rilasciò la potenza cremisi che risiedeva nei suoi occhi, scatenando una serie di devastanti raggi oticci. Le scie di energia coprirono più velocemente della luce la distanza fra lui e il nuovo Capitan Universo, ma quando le furono vicini lei sollevò la mano con un gesto paziente e i raggi si disgregarono in un’infinità di scintille, che poi, crepitando, precipitarono di nuovo sopra Hyperion, colpendolo come una serie di meteore e facendolo precipitare di nuovo a terra. Il suo corpo esanime piombò come un missile verso la strada, e l’asfalto esplose come se fosse stato colpito da una cannonata quando il corpo dell’uomo lo toccò.

“Hyperion!” esclamò Smasher, mentre con la coda dell’occhio vedeva Ms.Marvel alzarsi in volo troppo velocemente perché il Cavaliere Nero potesse anche solo ribattere alla sua mossa.

“Smasher, aiuta Hyperion” balbettò lui mentre vedeva la figura rossa di sua moglie avvicinarsi a Tamara Devoux, per poi fermarsi a pochi metri da lei.

Lei guardò Carol per qualche attimo, senza ribattere, piegando la testa avvolta dallo stesso costume cosparso di stelle e galassie che copriva il resto del suo corpo.

“Ciao” le disse Carol tentando di sembrare il più amichevole possibile. “So che quello che stai provando in questo momento deve sembrarti orribile, ma noi non vogliamo farti del male, vogliamo solamente aiutarti a gestire questi nuovi poteri”.

“Io sono la Figlia dell’Universo” rispose Tamara mentre i suoi occhi prendevano a vibrare di energia bluastra. “Non ho bisogno di aiuto”.

BANG!

Uno scoppio di energia scaturì dal suo corpo e travolse Carol, spedendola via, catapultandola a decine di chilometri di distanza come se fosse stata nient’altro che un misero moscerino.

“Vado a riprenderla” disse Manifold, preparandosi a teleportarsi.

“No, mi servi qui” ribatté il Cavaliere Nero mentre si voltava verso Smasher, che stava aiutando Hyperion a sollevarsi da terra. “Hyperion, mi servirebbero altri di quei raggi ottici per distrarla mentre tento di avvicinarmi”.

“Non posso” disse lui. “Mi ha prosciugato, ha estratto tutta l’energia solare dal mio corpo, sono scarico”.

“Dannazione” imprecò Dane.

“Stia tranquillo, Cavaliere” disse Smasher mentre si metteva una mano sugli occhiali e puntava lo sguardo verso Tamara. “Se servono dei raggi ottici, ho tutto quello che ci serve”.

Esovista attivata, sussurrarono gli occhiali mentre dell’energia scarlatta veniva incanalata attraverso le lenti e poi, veloce come un fulmine, veniva sparata via. La traiettoria dapprima rettilinea dei raggi d’un tratto mutò ed essi si piegarono, compiendo complessi giri attorno a Tamara, che si osservò attorno con espressione incuriosita, incapace di seguire i raggi mentre essi le vagavano intorno.

Dopo numerosi giri, che impiegarono solo qualche secondo a compiersi, i raggi colpirono, e si schiantarono con forza contro la schiena di Capitan Universo, che emise quello che pareva un gemito di dolore.

“Bel colpo, continua a colpire” si complimentò Dane ed Izzy diresse subito una rapida serie di raggi ottici verso la donna, ma stavolta i colpi s’infransero contro un’invisibile muro di energia creato dalla Forza Enigma.

“Sbrighiamoci” disse Dane rivolgendosi a Manifold. “Puoi teleportare la mia spada dentro di lei?”.

Manifold lo guardò con espressione sbigottita. “La spada verrebbe distrutta, la parte di contatto si fonderebbe con le sue molecole”.

“Questa è la Spada d’Ebano” ribatté il Cavaliere mentre si toglieva l’arma dalla cintola e la porgeva a Manifold. “Non può essere distrutta in alcun modo”.

Il ragazzo annuì. “Spero che funzioni” disse mentre con un rapido gesto rivolgeva i suoi poteri alla spada, che brillò per qualche attimo prima di accartocciarsi su sé stessa e sparire.

“Ah!”.

Dane ed Eden si voltarono subito verso Smasher, giusto in tempo per vedere un dardo di energia proveniente da Tamara colpirla ed esplodere contro di lei, facendola crollare a terra pochi attimi dopo.

Ma poco prima che Capitan Universo, con  il braccio puntato verso i suoi assalitori, potesse sparare un altro colpo, il suo addome fu avvolto da una scia di energia rossastra mentre la Spada d’Ebano si manifestava e la trafiggeva, trapassandole il corpo da parte a parte.

La donna stavolta gridò con forza, mentre barcollava e poi si schiantava a terra. Provò ad afferrare la spada mentre cadeva, ma questa si smaterializzò velocemente e riapparve nelle mani del Cavaliere, che sorrise soddisfatto del suo piano.

Tamara allora, mentre la ferita nel suo addome andava lentamente a rimarginarsi, rivolse tutta la propria rabbia verso l’uomo, poggiando le proprie dita a terra e sfogando tutto il suo potere all’interno del terreno, che vibrò per qualche attimo prima di divenire completamente liquido. Dane e Manifold caddero subito al suo interno mentre dei lunghi fili di cemento liquido avvolgevano entrambi e, come tentacoli, li trascinavano in aria e poi tornavano solidi, avvolgendoli in una spira indistruttibile.

“Avete ferito l’Universo stesso ferendo me” singhiozzò Tamara. “Ora l’Universo esige vendetta”.

Sollevò un dito verso i due, pronta a colpirli, focalizzando un singolo rivolo di energia attorno alla punta del dito, pronta a sparare un colpo verso i due.

“Ma fammi il piacere”.

Ms.Marvel apparve davanti a lei, troppo veloce perché potesse essere vista, e sferrò un pugno sul volto di Tamara, facendola cozzare subito a terra. Lei allora gridò di nuovo e scatenò un’onda di energia cosmica verso Carol, che, urlando per il dolore, riuscì a superare l’onda d’urto come se stesse nuotando contro corrente, fino a quando riuscì a porre le proprie mani sul collo della giovane donna, stringendolo in una presa ferrea.

“Vediamo cosa si prova ad essere la Figlia dell’Universo” esclamò Carol. Tamara prese a scatenare tutto il proprio potere contro di lei, avvolgendola in un bozzolo di energia distruttiva. Il terreno sotto i loro piedi si sbriciolò in pochi attimi, persino l’aria iniziò a decomporsi ed entrare in uno stato di plasma tanto era potente l’energia scatenata da Capitan Universo, ma Carol mantenne le proprie dita attorno al collo di Tamara, decisa a non mollare la presa nonostante il dolore straziante. Si concentrò sulla Forza Enigma, la trascinò a sé e poi inizio ad assorbirla dentro le proprie cellule, percependola come migliaia di aghi bollenti che le penetravano il corpo.

“Capitan Universo” mormorò la Danvers con un sorriso mentre la sua pelle iniziava a farsi incandescente e a mandare riverberi scarlatti ed i suoi capelli si tramutavano in lunghe fiamme multicolore. “Ti presento Binary”.

L’aria attorno a loro esplose ed una colonna di energia s’innalzò verso il cielo, superando l’esosfera e poi lanciandosi libera nello spazio.

I palazzi tremarono e le spire di cemento che trattenevano il Cavaliere e Manifold furono dissolte velocemente e i due furono spinti via dalle onde d’urto, mentre Hyperion tentava di proteggere il corpo esanime di Smasher dall’energia proiettata dalle due che combattevano.

La luce si fece più forte, Dane non riusciva quasi più a vedere nulla. Rinsaldò la presa sulla spada, pronto ad attaccare Capitan Universo, anche ad ucciderla se fosse stato necessario, se avesse fatto del male a sua moglie, se le avesse torto anche solo un capello.

Ma poi avvenne qualcosa che non si sarebbe mai aspettato di vedere.

“Carol?” balbettò.

La luce si dissolse e le onde d’urto terminarono. Carol Danvers allora si avvicinò verso di lui, tenendo in braccio il corpo nudo di Tamara Devoux, ora priva del costume di Capitan Universo. Invece, il corpo della Danvers era divenuto qualcosa di meraviglioso: dal colore e dalla consistenza del plasma solare, la sua pelle era di un rosso cremisi ed i suoi capelli sembravano i raggi luminosi di una stella.

Con calma, si avvicinò agli altri con un sorriso stampato sul volto.

“Brilli più del sole” mormorò Hyperion mentre sentiva l’energia emanata dalla Danvers venire assorbita dal suo corpo fino a poco prima esausto ma ora di nuovo carico.

“Grazie, Hyperion” disse Carol con un sorriso mentre, veloce quanto era iniziata, la sua trasformazione terminò e la sua pelle si spense rimandando bagliori intermittenti.

“Carol?” ripeté Dane, sconvolto.

“Sbrighiamoci, tesoro” disse lei. “Non so quanto a lungo starà in coma, se si dovesse svegliare sarebbero guai per tutti… Manifold, se non ti spiace…?”.

Il ragazzo annuì e poi sollevò il braccio in aria. Pochi attimi dopo l’intero gruppo sparì, teleportato via in un bagliore arancio, lasciandosi dietro le macerie della precedente battaglia.

*

“Da quanto sapevi di poterti trasformare di nuovo in Binary?” chiese Abigail Brand, seduta all’altro capo della sua scrivania. Davanti a lei c’erano il Cavaliere Nero e Miss Marvel.

“Avevo pensato che Binary potesse tornare un giorno” rispose lei.

“Allora perché non me ne hai parlato?!” esclamò Dane, fissandola con ira.

“Esatto” concordò la Brand. “Se devo avere a che fare con un’entità cosmica vorrei saperlo in anticipo”.

“Non sapevo neanch’io che ci sarei riuscita” disse Carol. “Non è una cosa che puoi fare da un giorno all’altro, avevo solo pensato di poter forzare la trasformazione… la Forza Enigma deve aver risvegliato i miei vecchi poteri…”.

“Oh, puoi star certa che la mia equipe ti analizzerà corpo e mente, allora” disse Abigail. “La stessa cosa che sta accadendo a Tamara in questo momento”.

“Pulizie telepatiche?” chiese Carol, notando con la coda dell’occhio l’espressione ancora risentita del Cavaliere Nero.

“Stiamo alterando la sua mente, in effetti” rispose la Brand. “Poniamo dei blocchi psichici che le impediscano di perdere il controllo come è accaduto a New Orleans, rendendola effettivamente capace di controllare parte della Forza Enigma”.

“Allora è andato tutto come previsto” esclamò Carol sorridendo.

“Beh, certo” replicò Abigail. “Se escludi la distruzione di mezza New Orleans, le vittime e i feriti dovuti alla Forza Enigma e il fatto che i Vendicatori e le Nazioni Unite non la smetteranno di farmi domande per le prossime settimane… beh, se escludi questo è andato tutto come previsto”.

“Ottimo” disse Ms.Marvel. “A quanto la prossima missione, allora?”.

La Brand si lasciò sfuggire un sorriso. “Oh, prima di quanto pensi, stanne certa”.